Si definiscono i contorni del blitz della Guardia di Finanza nella sede del Milan, i rossoneri rischiano dall’ammenda alla penalizzazione fino alla retrocessione
La giornata di martedì 12 marzo rischia di passare alla storia come il “martedì nero” del popolo milanista. Il giorno nel quale, con il blitz della Guardia di Finanza a Casa Milan in Via Aldo Rossi al quartiere Portello, si spezza il sogno di crescita della nuova Società. Un sogno di crescita che parte dallo Scudetto del 2022, che passa per la semifinale di Champions League del 2023 e per l’assalto all’Europa League del 2024.
Una crescita esponenziale sia in termini sportivi che in termini economici dopo gli anni bui del post Silvio Berlusconi fatti di proprietari fantasma con Yonghong Li e di finanziarie più interessati a piazzare la società che a svilupparne il potenziale come il Fondo Elliott. Ripercorriamo velocemente i fatti. Come accennato il 12 marzo la Guardia di Finanza ha bussato a Casa Milan per ottenere tutta la documentazione relativa al passaggio del pacchetto azionario proprio dal Fondo Elliott all’attuale proprietario, il fondo RedBird di Gerry Cardinale.
Un passaggio avvenuto peraltro escludendo peraltro un socio minoritario, il fondo BlueSky, dal cui esposto alla Procura di Milano ha preso le mosse l’inchiesta.Inchiesta che ha nel mirino tre aspetti sostanziali.
Il primo è la sopravvalutazione del prezzo di vendita, 1.2 miliardi di euro a fronte di circa 900 euro di valore reale. Un fattore che va spiegato con chiarezza. Il secondo è l’effettiva cessione del Milan da Elliot a RedBird. Parte del finanziamento fornito a RedBird per l’operazione parte proprio dal fondo Elliott e secondo le carte non sarebbe nemmeno stato erogato direttamente a RedBird. In sostanza una finanziaria che vende e finanzia la vendita al tempo stesso. Il terzo le comunicazioni fornite dagli ultimi due Amministratore Delegato del Milan, ovvero Giorgio Furlani e Ivan Gazidis alla Lega Serie A, alla FIGC e alla UEFA.
Premesso questo il passaggio successivo afferisce a cosa rischia il Milan. Un tema ormai dibattutissimo sui social, sulle chat, nei discorsi tra amici, nei bar e negli uffici. E qui vanno osservate con attenzione due articoli del Codice di Giustizia Sportiva. Nello specifico il comma 1 dell’articolo 31 e il comma 5 del numero 32. Il primo riguarda il rilascio delle licenze FIFA e UEFA, il secondo le ammenda, i punti di penalizzazione e perfino la retrocessione.
L’inchiesta, che non sarà breve, dovrà fare luce proprio su questi aspetti e in particolare sulla reale proprietà dal Milan e sulle comunicazioni societarie. Se queste verranno trovate diverse da quelle comunicate il Milan rischia multe importanti in sede FIGC e in sede UEFA. Ma c’è anche il rischio di una penalizzazione afflittiva, tipo quella imposta alla Juventus lo scorso anno per le plusvalenza fittizie. Afflittiva fino al punto di scivolare in classifica all’ottavo posto e di perdere ogni possibile partecipazione ai tornei UEFA del 2024-2025
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